Festa in famiglia

Un gruppo di C.14 provenienti da diverse comunità di Italia, insieme ad alcuni ragazzi e ragazze della comunità di dell’Abruzzo, ha vissuto, nei giorni del ponte del 2 giugno, un’esperienza di condivisione, di preghiera e di servizio , presso la casa-famiglia “Mia gioia”, della Comunità Giovanni XXIII di Pescara e lungo le strade del loro territorio. Di seguito le loro risonanze alla fine del campo “Festa in famiglia”.
Il segreto della felicità
Quando ci hanno parlato di questo campo non eravamo sicure di voler intraprendere quest’esperienza. Siamo partite piene di dubbi e incertezze: non ci sentivamo pronte.
Terminata l’esperienza, ci accompagnano noi gli sguardi, gli abbracci e i sorrisi di tutte le persone che abbiamo incontrato. Le emozioni che abbiamo provato sono immense, a partire dalla gioia e dalla semplicità del servizio, fino ad arrivare al cuore stracolmo d’amore che ci siamo portate a casa.
Tra le cose che più ci hanno riempito c’è stata l’accoglienza delle persone che abbiamo incontrato e il “sentirci a casa” che abbiamo ritrovato in ogni luogo.
Siamo tornate con una maggior consapevolezza che esistono realtà molto diverse dalle nostre e in questo campo le abbiamo potute sperimentare concretamente.
Abbiamo scoperto che il segreto della felicità è nella condivisione con gli ultimi. Avendo chiaro in mente qual è la nostra missione, ora sappiamo che possiamo affrontare la paura di metterci in gioco se accanto a noi ci sono persone pronte a sostenerci nel viaggio.
Scoprendo in profondità l’altro, abbiamo riscoperto noi stesse.
Tutto quello che abbiamo vissuto ci ha arricchito e il nostro obbiettivo, ora, è quello di portarlo e realizzarlo nella nostra quotidianità, per costruire un futuro migliore.
Anna Chiara, Emanuela, Emma, Marta, Raffaela, Francesca – Frattamaggiore

Un’esperienza che ti cambia
Prima di fare questo campo ero molto scettica su ciò che avremmo fatto, ma una volta arrivata a Pescara ho capito che sarebbe stato qualcosa che non avrei dimenticato mai nella vita. Grazie a quest’esperienza ho visto altre realtà che mai avrei immaginato di poter conoscere e incontrare persone bellissime, nonostante tutte le difficoltà che hanno incontrato nel corso della loro vita. Un’esperienza che ti cambia sotto tutti i punti di vista! Ringrazio tutti per avermi accolta: mi sentivo a casa e non dimenticherò mai tutte le persone che ho conosciuto e che ormai fanno parte del mio cuore.
Ilaria, – Na 20

Ogni povero porta sempre con sé un dono
Quella che abbiamo vissuto noi ragazzi di Atripalda, insieme ad altre comunità del MEG Italia, è stata un’esperienza capace di cambiare radicalmente la nostra sensibilità verso gli ultimi. Abbiamo scoperto cosa si prova a stare a stretto contatto con gli emarginati dalla società. Siamo partiti con gli abiti del pregiudizio che, una volta arrivati, abbiamo scelto di non indossare e lasciare in valigia, così da essere capaci di aprirci a questa missione.
Quello che vorremmo cercare di trasmettere con questa testimonianza è la capacità di abbattere l’egoismo e chinarsi verso coloro che sono in difficoltà, così che non possano più avvertire la solitudine che li accompagna nei loro disagi. Questo però, non gioverà solo a colui che riceverà empatia ma anche a chi l’ha donata. Come abbiamo imparato in questa missione, “ogni povero porta sempre con sé un dono”.
È stato formativo accorgersi dell’inesauribile fiducia che Dio ripone in noi, nonostante tutti gli errori e le mancanze che caratterizzano la vita di ognuno.
Giuseppe e Jhon David – Atripalda

Ci sono e ti scelgo
Scontrarsi con la realtà non è mai stato così difficile. Abbiamo preso consapevolezza della realtà, provando fortissime e contrastanti emozioni. Sono stati quattro giorni intensi, c’è stata data la possibilità di conoscere moltissime persone, moltissimi “ultimi”, ascoltando storie molto diverse tra di loro. In tutte abbiamo incontrato Gesù, sperimentando “l’amore scomodo”, quello verso lo sconosciuto, quello non ricambiato, quello che, quando incontri un’altra persona che sembra non volere aiuto, e ha gli occhi e il volto scalfiti dalla paura, ti fa dire: «Io insisto, ci sono , e ti scelgo».
Anch’io ora voglio rincontrare Gesù in modo scomodo, in ginocchio, perché per saper stare in piedi, occorre sapere stare in ginocchio.
Mariacristina – Roma Istituto Massimo

Non bisogna mai sentirsi inutili
Quando mi hanno proposto di partecipare al “Campo Missionario C.14” a Pescara non ci ho pensato due volte a dire il mio sì. Inizialmente non avevo la minima idea di cosa dovessimo fare, ma ero sicurissimo che quest’esperienza mi avrebbe cambiato la vita. Sono partito con una carica pazzesca, ma con un vuoto enorme da colmare. Ovviamente la mia famiglia, il MEG, non ha deluso le aspettative. Infatti, appena arrivato a Pescara, ho trovato persone meravigliose che da subito mi hanno accolto e fatto sentire uno di loro, nonostante le distanze delle nostre quotidianità. Questo Campo è durato quattro giorni nei quali ho incontrato persone – ex detenuti, senzatetto, disabili – che grazie alle loro testimonianze mi hanno fatto capire che non bisogna mai sentirsi “inutili” e che, se aiutati, si riesce a diventare migliori, individui fondamentali per la crescita della società. Al termine di questa fantastica avventura sono riuscito a colmare il vuoto che avevo dentro e a riempirlo con l’amore e l’accoglienza che mi è stata riservata. Ci tengo a ringraziare con tutto il cuore tutti coloro che hanno vissuto con me quest’esperienza.
Antonio Pallotta – Altamura
