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Oltre il MEG

Lettera a Gesù, “come un amico fa con un amico”

A volte basta fermarsi un attimo per rendersi conto della costante presenza del Signore nelle nostre vite. E le parole che Gaspare, amico del MEG, ha rivolto a Gesù possono sicuramente aiutarci a scorgerLo nella nostra quotidianità.

Mi presento…

Era il lontano 1990, avevo 16 anni e da un po’ non frequentavo più la chiesa del mio quartiere. Un pomeriggio, Pino (mio amico d’infanzia) mi dice: “Gaspare perché non vieni in parrocchia a San Ciro? Stiamo partecipando a degli incontri belli, con alcuni Gesuiti molto forti. Dai, vieni stasera con me!”. Da quel “si” a Pino, la mia vita è cambiata. Incontro i Gesuiti, incontro il MEG, ma soprattutto incontro il mio Signore e mio Dio! Da quel giorno non ho mai più smesso di cercarlo, di amarlo, di sostenerlo, di raccontarlo! Per cui, la preghiera che leggerete è solo il mio modo di parlare con Lui, “come un amico fa con un amico”. Insomma, ho fatto proprio come dice Ignazio negli Esercizi Spirituali, che sono stati un’altra grande esperienza della mia vita! Sono solo un uomo alla ricerca del Padre, che dal canto Suo ha ricercato questo figlio perduto per poi ritrovarlo ogni volta!

Gaspare

Lettera a Gesù

Con l’amico Gesuita, Padre Narciso Sunda

Caro Gesù, sentivo il bisogno di scriverti una lettera. È il momento giusto per dirti un po’ di cose e poi soprattutto è un po’ che non parliamo. Qui tutto scorre velocemente, spesso mi trovo a finire la giornata talmente stanco che ormai ti accenno qualcosa solo di sfuggita. Oggi ho deciso di prendermi un po’ di tempo, per stare insieme a te, come piace a me e come piace anche a te. Tu lo sai, avevo solo 5 anni e già mi piaceva sentir parlare di te, poi a 17 ho sentito l’esigenza di conoscerti meglio ed oggi a 48 ancora non mi sono fermato. Certo, i tempi sono cambiati e proprio in questo ultimo anno, da quando sono arrivati i bambini nelle nostre vite, sono meno assiduo alle cose “liturgiche” e mi mancano. Ho anche sentito, però, la necessità di trasformare in carne viva tutto ciò che da sempre racconto e sento predicare, senza nulla togliere alla bellezza del mistero domenicale.

Spesso il risveglio della domenica è fatto da lunghi abbracci, coccole e tante risate. Questi momenti mi sembrano tanto sacri, che mi pare quasi di celebrare una messa casalinga, di vivere nella famosa “chiesa domestica”, primo luogo dell’evangelizzazione. Non cerco giustifiche alle mie assenze, ma anzi vorrei provare a condividere con Te la gioia di aver trovato un senso reale a tutte le cose in cui credo da sempre.

Ogni mattina feriale, quando nel buio io e mia moglie Vera entriamo di soppiatto nella stanza dei bambini per donargli un dolce risveglio, mi sembra di vivere un “battesimo”, nel quale risorgiamo per una nuova vita, fatta di ricerca, di crescita, di incontri, di nuovi orizzonti. Così come ogni volta che preghiamo tutti insieme intorno alla tavola, mi sembra che stiamo “confermando” la nostra gratitudine nei confronti del Padre, che ci dona tutto e ci ascolta sempre!

Il Signore è Presenza

Insomma, Amico mio, sono cambiato, stiamo cambiando, stiamo crescendo e tutto ciò sta accadendo quando ormai non me lo aspettavo quasi più.

E sono felice, un po’ stanco ma felice; anche perché ho sempre pensato che “tre” fosse il numero della pienezza, della perfezione, ma mai avrei pensato che quando sarebbe toccato a me farmi in tre sarebbe stato così faticoso…Tu e il Padre tuo, però, difficilmente sbagliate gli assortimenti e quindi va benissimo così!

Di pandemia e guerra poco vorrei dirti, perché anche quelle, poiché si ripetono troppo spesso nella storia, le conosci bene. L’egoismo e l’egocentrismo degli esseri umani non sono mai cambiati da Adamo ad oggi. Per grazia tua, anche l’amore vostro per l’uomo non è mai cambiato e quella croce che abbiamo adorato nei giorni di Pasqua ce lo ricorda sempre. Insomma, apparentemente non ci vediamo e sentiamo da tanto, ma in realtà la tua presenza è talmente forte nella mia vita, proprio in questo momento, che forse mai è stato così: ti tocco ogni volta che accarezzo i miei figli ed il volto di mia moglie, ti guardo ogni volta che incrocio i loro occhi, ti ascolto ogni volta che una di quelle vocine mi chiama “papone” e poi mi chiede qualcosa, ti odoro quando metto il mio naso sul loro collo…

Tre, il numero della pienezza…

Grazie Signore

Gesù, incarnato nella carne dei miei figli

Nei giorni santi del triduo pasquale, in cui abbiamo fatto memoria della tua carne, ho avuto l’esigenza di ringraziarti per essermi stato accanto anche quando non ti ho cercato, per avermi accompagnato senza avermi fatto pesare la tua presenza, per avermi guardato dentro senza la presunzione di sapere già tutto. Grazie per avermi amato a prescindere dalle mie mancanze, per esserti fatto carne, anche per me, nella carne dei miei figli!

Grazie, Amico caro, per esserci stato sempre. Prometto che ti sarò più vicino, per condividere la “cena”, per sostenere la “croce”, per fare silenzio e per dare una mano a “rotolare” quella pietra, per godere della luce della Resurrezione che finalmente ci rende liberi, per sempre!

Con l’amore di sempre, Gaspare.

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Durante la messa in parrocchia alcuni bambini del MEG raccontano un'attività svolta durante il catechismo