La bellezza di trovarsi e condividere

Francesco di Pescara 14 ci racconta come la sua Comunità sia riuscita a portare avanti la tradizione del campeggio estivo, nonostante le difficoltà del momento: il desiderio di vivere il MEG si rivela sempre il più forte!
Tornare alla vita
Quanto è stato difficile fare Comunità durante questi due anni? Abbiamo passato mesi e mesi in casa, senza poterci vedere da vicino, né tanto meno abbracciarci. Poi il lockdown è finito, ma la paura, il distanziamento sociale, le regole restrittive per evitare il contagio… quelle sono rimaste! Piano piano tutte le Comunità MEG in Italia stanno ripartendo. Addirittura, a novembre, si è riusciti ad organizzare anche il Convegno Nazionale di Frascati dopo un anno di “stop”! Nello specifico, però, ogni Comunità fa quel che può e si adatta alla situazione per permettere a tutti noi di tornare a vivere la bellezza di “essere MEG”.

Una tradizione che continua

Mi chiamo Francesco, ho 20 anni, sono uno studente e faccio parte del gruppo MEG della Comunità Pescara 14. È da pochi anni che ne faccio parte: a breve saranno tre. A causa del Covid, non ho avuto la fortuna di partecipare a nessun incontro estivo… fino alla scorsa estate! L’esperienza estiva storica della nostra Comunità è il campeggio a Salle, una località nell’entroterra abruzzese, durante la quale si ha la possibilità di passare del tempo tutti insieme. Sfortunatamente però, a causa della pandemia, la condivisione di spazi chiusi era fortemente sconsigliata. Si è, quindi, dovuto trovare una soluzione alternativa: un’esperienza itinerante. Non potendo fare un incontro unico e per evitare il pernottamento che sarebbe stato molto rischioso per tutti , si è pensato di organizzare tre giorni di esperienze all’aperto.
La mia esperienza al campo estivo
Ho partecipato solo al primo e all’ultimo e li ricordo con immensa gioia.
Il primo giorno ci siamo addentrati nella Riserva Naturale Regionale del Lago di Penne, entrando a stretto contatto con la natura. Seguendo i percorsi tra la flora boschiva, abbiamo anche avuto la possibilità di ammirare, attraverso alcune fessure, dei lupi che riposavano. A conclusione della giornata, ci siamo riuniti a formare vari cerchi, sedendoci su un prato, per un momento di riflessione e condivisione. L’ultimo giorno, invece, ci siamo diretti al Parco Avventura Majella, dove abbiamo potuto liberare il nostro spirito più selvaggio, arrampicandoci sugli alberi e seguendo i vari percorsi sospesi fino a 12 metri da terra. La giornata è volata e, tra dondolamenti a mezz’aria e tante risate, siamo arrivati alla sera. Per concludere l’esperienza estiva ci siamo riuniti in un unico cerchio e abbiamo condiviso su cosa hanno significato per noi quei momenti.

Semplicemente, essere felice

Dopo mesi di lockdown, passati in solitudine tra le mura di casa, poter tornare a vivere un’esperienza collettiva è stato davvero molto significativo. Sentirsi nuovamente parte di un gruppo e non più singoli individui isolati, penso sia stata la sensazione che più mi ha riempito di gioia. Un ricordo che mi è rimasto impresso è stato alla riserva naturale dove, mentre facevamo una pausa di riposo dalla camminata, ci siamo seduti su un grande prato con vista sul lago e sulla natura circostante. Quel contatto con la terra ha rievocato in me un senso di grande calma e tranquillità.
In conclusione, cosa hanno significato per me questi momenti? Sono state occasioni per conoscere altri ragazzi della Comunità, per passare del tempo immerso nella natura, per provare nuove esperienze, per divertirmi e per meditare. Insomma, per essere felice.