Le quattro “a”

L’esperienza di Enza, Davide, Cristiana, Benedetta, Stefano e Karyna: una famiglia che sa accogliere, ascoltare, attendere, ma soprattutto amare!
Accogliere
La nostra storia comincia grazie all’associazione “Alessandro Peluso Onlus” che da più di 10 anni promuove progetti di accoglienza della durata di 120 giorni all’anno per bambini provenienti dalla Bielorussia. Sono bambini che vivono in orfanotrofi a cui è stato negato l’amore e il calore di una famiglia. È dicembre 2016 quando scegliamo di accogliere nella nostra casa una bambina di sette anni e mezzo, Karyna, che (allora non lo sapevamo) avrebbe profondamente cambiato i nostri cuori e le nostre vite. Così, nella frenesia del quotidiano, l’arrivo di Karyna ha contribuito ad animare ulteriormente il nostro vissuto: due genitori, tre fratelli, gli amici… un’intera comunità!

Ascoltare

Bionda, occhi azzurri, nessuna valigia e pochi vestiti in un piccolo zaino: questo il nostro primo incontro. Nessuna parola di italiano, noi che improvvisiamo il russo, la fatica di capirci, il timore di sbagliare, ma grandi sorrisi e abbracci impetuosi! Un mese trascorso insieme, fatto di ascolto reciproco e di intesa che piano piano cresceva. Nel gennaio 2017, dopo le prime settimane insieme, Karyna ripartì per tornare a Kobryn, in Bielorussia. La nostra casa è diventata improvvisamente vuota e i nostri cuori, spenti. Per questo abbiamo scelto di farla ritornare da noi, nel marzo successivo, per una settimana e, poi, di nuovo a giugno, per due lunghi mesi. Piano piano, in ognuno di noi iniziava a farsi spazio una certezza: non potevano più bastarci le telefonate e videochiamate di pochi minuti. Erano un modo per ridurre la distanza, sì, ma non riuscivano mai a colmare il vuoto del nostro cuore.
Attendere
Il nostro progetto di accoglienza è durato per un altro Natale e un’altra estate; è stato arricchito anche da un viaggio fatto in Bielorussia, durante il quale abbiamo potuto vedere con i nostri occhi il luogo in cui Karyna viveva e le persone da cui era circondata. Fu in quella occasione, una sera, che proprio lei, guardandoci, esclamò: «Potete fare documenti per farmi restare per sempre sempre in Italia?». In quel momento, ognuno di noi ha compreso che ci avrebbe atteso un viaggio ancora più bello di quello che stavamo facendo: quello dell’adozione! Un percorso articolato, fatto di incontri, di esperienze, di visite mediche, assistenti sociali e psicologi, ma anche di conoscenza di tante famiglie che, come noi, avevano intrapreso questa avventura. Luci ed ombre, gioie e dolori. Ottenuto il decreto di adottabilità, i nostri genitori sono stati circa un mese in Bielorussia per ultimare le pratiche, mese in cui sono diventati profondamente consapevoli di essere molto coinvolti da questo Paese, dalla sua gente, dai pochi sorrisi, dalla molta tristezza, ma anche dall’enorme dignità e dalla fierezza delle persone. La parte più bella del nostro viaggio è poi finalmente iniziata il 2 luglio 2019: “nasce” finalmente Karyna De Rosa!

Amare

Karyna oggi ha 12 anni, frequenta la prima media e i gruppi RN; le piace la musica e ama disegnare. Occhi sereni, anima complicata. Irrequieta come una teenager, dolce come solo chi conosce la durezza della vita sa essere. Con il suo accento russo-napoletano, lei è simile a noi. Karyna è il progetto di Dio che ha donato una nuova vita a lei e una nuova luce alla nostra famiglia, insegnandoci che non conta da dove vieni, né chi sei. Conta chi puoi essere da ora in poi, avendo accanto una famiglia che è il luogo degli affetti, il vincolo benedetto dal legame dell’amore. L’adozione è stato per tutti noi un percorso di cambiamento, di riscoperta, di impegno comune, di responsabilità condivisa, ma è stata soprattutto la scelta più bella che potessimo fare. Insomma, non siamo noi ad aver accolto Karyna nelle nostre vite, lei ci è sempre stata, solo che noi non lo sapevamo ancora! Anche perché alla fine di tutto: che te ne fai dell’amore se poi te lo tieni soltanto per te?