Potere immaginare

L’occhio percepisce le lettere, le unisce e il nostro cervello somma i significati di tutte le parole per raggiungere il senso di ogni frase. Considerando che ciò accade con una velocità standard di circa 250 parole al minuto, leggere è, senz’altro, un’attività faticosa e tuttavia essenziale per costruire generazioni libere, abituate a riconoscere la vita e a costruire una realtà quanto più vicina a quella che sognano.
Abbiamo bisogno di parole
Leggendo, si conoscono le parole e riusciamo a chiamare le cose con il loro nome. J.R.R Tolkien, autore de “Il signore degli anelli”, diceva di aver regalato dei popoli alle lingue che aveva inventato e non il contrario. Se una parola non esiste, la mente non può accoglierne il concetto.
Le parole restituiscono identità, affermano che una dimensione è possibile per tutte le sfumature, anche per quelle che sentiamo distanti e che impariamo a riconoscere leggendo. Abbiamo bisogno di parole per abitare la scomodità di ciò che è diverso da noi e dobbiamo iniziare a pronunciarle sul serio prima che i nostri sentimenti diventino afoni e le generazioni sorde.

Lettura, esercizio di libertà

Ogni parola ci svela un segreto che conosciamo solo a metà, ogni libro ci insegna la pazienza nei confronti di una storia che cresce e che fa presto a diventare la storia di un fratello, di una sorella, la nostra. E quanto più si legge, tanto più ci viene di guardare la vita splendere nella sua disarmante e imprevedibile umanità.
Quando film e serie tv dal successo mondiale si ispirano alla letteratura, le storie si adattano ad un linguaggio più vicino a quello del nostro secolo; eppure, sentiamo spesso dire: “Il libro è più bello”. Allora, forse, va riconosciuto, nella possibilità di immaginare quello che la pagina racconta, che la lettura è un esercizio di libertà che nulla a che vedere con la sensazione di obbligo che le si associa.
Scegliere la forma delle cose
Forse è il momento di sganciare la lettura dagli stereotipi che la vogliono in cima ad una “gerarchia dei passatempi” e permetterle di suggerire salvezza a tutti. Forse si potrebbe iniziare dal libro dimenticato sul comodino o, perché no, leggere la storia che al cinema ci era piaciuta tanto e, questa volta, scegliere noi la forma delle cose.
