La comunità MEG di Bruxelles… un dipinto alla Magritte!

Giacomo ci racconta la “atipica” Comunità di Bruxelles, un’oasi nella frenesia della modernità!
Lassù al nord
Armatevi dei vostri pennelli e dipingete insieme a me questa scena surrealista! Iniziate dallo sfondo e disegnate un ampio paesaggio piatto incastrato tra la Francia, la Germania, i Paesi-Bassi e la Manica. Decoratelo con un’infinita moltitudine di strade e costruzioni, tra le quali non mancherete di inserire gli edifici delle Istituzioni europee, qualche palazzo storico, negozi e tanti locali! Animate poi il tutto con una popolazione di tutti i colori che parla una varietà estesa di lingue. Avrete ottenuto il quadro alquanto improbabile nel quale la nostra Comunità MEG si è trovata e lanciata: Bruxelles!

Un’oasi nel deserto

La vita al giorno d’oggi è complicata: ritmi frenetici, preoccupazioni costanti, mentre tutto il nostro spirito è rivolto costantemente al futuro. È facile sentirsi persi, soprattutto in una capitale che si vuole leader dell’Europa e che a volte sembra non avere pietà.
È quasi per miracolo che qui sia nato un ramo del MEG Italia. Già dal 1963 esiste a Bruxelles il “Foyer Catholique Européen”: un luogo di incontri ed educazione alla fede per le persone che lavorano nelle Istituzioni europee e le loro famiglie, fondato da laici con il supporto della Compagnia di Gesù. La comunità italiana ne è da sempre il pilastro più solido. Negli ultimi anni, questa comunità ha allargato il suo raggio d’azione, diventando luogo di accoglienza per tutti gli Italiani cattolici espatriati a Bruxelles, indipendentemente dal motivo del loro trasferimento. È su questo originale terreno che il MEG si è innestato, una decina d’anni fa, portandovi un’aria nuova e moderna, offrendo ai ragazzi italiani (o metà italiani, o anche solo ‘italofoni’: da noi tutte le combinazioni sono benvenute!) la possibilità di un percorso di fede continuato e consentendo loro di scoprire l’energia unica dei Convegni di Frascati!
La maggior parte dei nostri Responsabili è gente già adulta, proveniente da realtà diverse: alcuni di loro, da più giovani, facevano parte di diverse Comunità MEG in varie città d’Italia; altri hanno scoperto ed imparato a vivere la loro fede negli scout o in altri Movimenti. La cosa straordinaria è che oggi sono TUTTI accomunati dal desiderio prorompente di restituire quello che hanno ricevuto nella loro giovinezza. Da qualche anno, poi, emergono Responsabili anche dalle generazioni più giovani, facendo sperare in un futuro duraturo della nostra oasi. Ognuno cerca come può di donare una piccola parte del proprio tempo per gli incontri, ogni due o tre settimane, confidando che il Signore farà in modo che i piccoli semi gettati da ognuno porteranno frutto.
Le sfide della modernità
Più si va avanti più diventa fondamentale per noi cristiani porci alcune domande sul ruolo della Chiesa nel ventunesimo secolo, se non vogliamo finire per essere “archiviati” nel passato. Perché nei giovani si va perdendo l’attrattiva dell’essere credenti? Ha ancora senso andare a messa? Che cosa può fare la nostra fragile Comunità (composta, peraltro, da persone che vanno e vengono da Bruxelles) in un terreno così apparentemente ostile a Dio? La nostra risposta a questa difficoltà la troviamo nella semplicità del nostro annuncio della fede: piuttosto che aggrapparci a principi teorici, aiutiamo i ragazzi ad aprire gli occhi sul fatto che il Signore ci viene incontro nella nostra vita quotidiana, con una semplicità pratica e estrema umiltà . E così, attraverso la gioia di celebrare la messa insieme in italiano e la straordinaria generosità di chi pensa e realizza le diverse attività per la Comunità, ci scaviamo il nostro posticino nella modernità e non abbiamo paura di affermare che è ancora possibile essere credenti nel 2020.

Che succederà dopo il “covid”?

Il mondo è già abbastanza complicato, eppure ecco un’altra immensa prova che ci è stata data da superare: una pandemia mondiale che ci toglie l’essenza stessa della nostra natura umana, cioè il contatto con l’altro. Gesù ripeteva instancabilmente che Dio si incontra attraverso il prossimo, grazie alla carità e all’amore. Senza l’opportunità di essere presente fisicamente per l’altro, come si può essere ancora autenticamente credenti?
È una sfida di un’ampiezza non indifferente. Tuttavia, ci rimangono la preghiera, la speranza e la fede che un giorno potremo tornare a VIVERE, dopo aver tratto lezioni da questa crisi che stiamo attraversando. Dalla messa in streaming agli incontri su Zoom, mettendo in gioco la nostra creatività per trovare nuove forme di vicinanza reciproca, abbiamo la concreta opportunità di portare nella modernità anche la nostra vita da cristiani. Non ho dubbi che il MEG di Bruxelles supererà brillantemente anche questa sfida.
Giacomo Portinari, Responsabile C.14