Semi del Suo amore

Silvia racconta la bella storia di nascita e di rinascita della comunità di Assemini
La semina
Com’è difficile spiegare tutte le cose che riguardano il MEG e come è difficile spiegare come e perché è nato, o meglio rinato, ad Assemini.
Ho mosso i primi passi con il sole del MEG nella mia vita. Pur non potendolo frequentare poiché non c’erano branche per la mia età, lo vivevo attraverso i racconti della mia famiglia, gli incontri degli amici del MEG, gli inni e i ricordi di quelle condivisioni ascoltate sulle gambe dei Pre-T della mia Parrocchia.

Dopo la mia Cresima, nel momento in cui avrei potuto decidere di “allontanarmi” o meno dal modo in cui il Signore aveva fatto parte della mia vita fino a quel momento, io ho scelto il MEG. Per farlo sono andata a Cagliari, a 15 km da Assemini. Potrebbero sembrare pochi, ma hanno comportato per me molti sacrifici che non sempre sono stati capiti. Per tanti anni la comunità di Cagliari 10 è diventata la mia famiglia e Cagliari è diventata la mia città. Durante quel periodo, pur sentendomi sempre amata e accolta, ho preso coscienza che il Signore mi invitava a lavorare altrove, nella vigna in cui mi aveva posto. Così ho sentito la Sua chiamata che mi riportava a casa, nella mia piccola Assemini, portando con me il bagaglio di esperienze riempito a Cagliari.

I germogli

Tra il 2016 ed il 2017, insieme ai miei genitori, primi sostenitori miei e del MEG, abbiamo chiesto e ottenuto dal nostro parroco, Don Paolo Sanna, la possibilità di inserire il MEG all’interno del contesto catechistico della Parrocchia, aiutati da Chiara e altri giovani. L’ iniziativa ha da subito incontrato il favore di 50 ragazzi di diversa estrazione sociale e non sempre semplici da gestire e interessare. Proprio per questo motivo, tante volte abbiamo pensato di mollare: la fatica si faceva sentire più delle soddisfazioni. Eppure abbiamo continuato, perché il MEG è sempre stato per noi sinonimo di accoglienza. Abbiamo deciso di accettare la sfida e accogliere tutti senza distinzioni ma, soprattutto, abbiamo deciso di prendercene cura, perché ci siamo resi conto che è di questo che la nostra città ha bisogno.
La nostra prima, piccola, vittoria è stata portare otto ragazzi al Convegno Nazionale MEG, ma la grande scommessa vinta sono cinque ragazze che oggi partecipano, danno vita e fanno crescere il nostro primo gruppo di C14.
È inspiegabile come dal bagaglio di una sola famiglia, ora siano coinvolti tanti giovani e tante famiglie; primi fra tutti una coppia di amici, Massimo e Sabrina, fedeli e innamorati del MEG, pur non avendolo mai conosciuto in gioventù, che insieme a tanti altri hanno voluto sperimentare il progetto del Cate-MEG e hanno deciso di portare il Movimento nelle loro classi di catechismo. È grazie a loro che adesso siamo diventati una comunità composta da diverse branche.
I frutti
Nelle strade di Assemini, durante il week-end, oltre l’odore di panada, piatto tipico che non manca mai nelle nostre Giornate Regionali, si respira gioia, solidarietà, unione e felicità.
Così come è successo con quei 50 ragazzi, anche oggi, in ogni gruppo, quando arriva un ragazzo nuovo viene accettato senza pregiudizi, superando le differenze di età, di provenienza, di esperienza per entrare a far parte della nostra grande famiglia. Siamo pronti a tendere la mano a chiunque ne abbia bisogno.
Il MEG ci dà l’opportunità di conoscerci e ad Assemini permette ai genitori di vivere nuove esperienze con i propri figli, vedendoli pregare sorridendo. Quello che si percepisce essere particolarmente importante nei nostri gruppi è la felicità dello stare insieme e dell’essere ascoltati.
Una cosa che mi colpiva sempre da piccola era la scritta “MEG” in una delle salette dell’oratorio. Adesso, ogni sabato, è una gioia fare le riunioni in quella stessa sala, vederla decorata dai cartelloni dei nostri ragazzi. È bello sentirsi parte di quella storia, costruita 50 anni fa da altri, poi interrotta e ora, grazie al Signore, con l’aiuto, la partecipazione e al tanto, tantissimo entusiasmo d parte di molti, rinata e vitale nelle strade della nostra città ma, soprattutto, nella nostra grande parrocchia di San Pietro che è casa per una grande famiglia.

Silvia