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Oltre il MEG

Raggiungere i propri sogni è possibile

Dolores, della Comunità di Atripalda, racconta come ha realizzato il suo sogno “africano”

Perché proprio l’Africa?

Mi chiamo Dolores, ho 25 anni e vengo da Atripalda. È difficile per me spiegare il legame e la chiamata che sempre ho sentito verso il continente africano. Suoni, colori, paesaggi, risate, canzoni, povertà, contraddizione, desiderio di riscatto, dare voce a chi non ce l’ha,… Ancora oggi non so dirlo. Quello che so è che tutto è cominciato all’età di 13 anni, in una buia aula scolastica, durante il compito di francese. Si parlava di “Medici senza Frontiere” e del suo lavoro in Africa. Non so dire cosa sia scattato in me quel giorno, ma ricordo molto bene la sensazione, quasi di innamoramento, verso qualcosa di cui non avevo mai sentito parlare prima: essere a servizio dell’altro. Probabilmente i miei genitori hanno un po’ alimentato il mio sogno africano perché sono cresciuta vedendoli prendersi cura, giorno dopo giorno, dei miei nonni, con dedizione e amore, anche nei momenti difficili.

Un’esperienza diversa di Dio

A 15 anni, dopo diverse esperienze parrocchiali, incontro il MEG grazie ad una festa e, subito dopo, mi viene chiesto di partecipare ad un convegno a Frascati. Incredibile! Per la prima volta ho fatto un’esperienza diversa di Dio: condivisione profonda, comunità che accoglie, Padre che fa festa con me e per me. Da lì, la Comunità MEG di Atripalda è diventata la culla che ha custodito per anni il mio sogno. È stato bellissimo sentirsi parte di una famiglia che è cresciuta e ha creduto in me e nel mio sogno. Mi ha fatta sentire incoraggiata ed amata.

Durante il mio cammino di fede con il MEG, il sogno di vivere l’Africa e di donarmi all’altro è cresciuto. Mi sono iscritta, così, ad Infermieristica pediatrica perché desideravo accompagnare i più piccoli nella loro sofferenza.

Semplicemente “essere Dolores”

Appena laureata, ho cominciato il mio cammino nel volontariato. La Repubblica Ceca, grazie ad un Servizio Volontario  europeo, è stata la mia casa per un anno. Grazie alle mie attività quotidiane con i bambini e i disabili, ho potuto conoscermi meglio. Di quell’anno, in particolare, ricordo i pomeriggi passati con i bambini Rom in un centro sociale situato nel loro quartiere. Pomeriggi bellissimi, passati semplicemente ad “essere Dolores”. Quei bambini non mi chiedevano altro e mi amavano e si donavano a me con una spontaneità disarmante e senza limiti che mi riempiva il cuore di gratitudine. È lì che ho imparato che la diversità è bella e può unire ed essere davvero un ponte di comunione, se si è veramente aperti all’altro, senza giudizi o aspettative.

In viaggio con Lui

La forza motrice del mio “andare” è Dio. Lui, per me, è bellezza. Io mi sento in ricerca di questa bellezza, vorrei scoprirla e viverla tutta. Allo stesso tempo, e forse più importante, sento di aver ricevuto e di ricevere costantemente tanto amore da Dio. Lui mi dice che sono preziosa e amata perché sono Dolores. Io desidero, allora, potermi donare a mia volta. Donarmi e donare amore. Non è semplice, ma sto ancora cercando di conoscerLo e di conoscermi. Ogni Paese che ho visitato fin ora, mi ha rivelato diversi colori di Dio. L’Africa mi ha portato un’immagine di Dio “fatta di terra”, essenziale e calda, povera, ingiusta… Sento davvero di essere in viaggio con Dio! 

Il mio posto è lì

Al ritorno da quest’esperienza, il mio cuore era ancora alla ricerca dell’Africa. La scelta di fare il servizio civile mi ha permesso di vivere una forte esperienza in Zambia, facendo volontariato in comunità locali che si occupano di malnutrizione infantile. L’Africa è stata una madre accogliente per me, con il suo sole caldo, le sue risate, i suoi “Hi, how are you? “. Mi ha donato momenti belli e altri davvero difficili, ma so con certezza che il mio posto è lì, al fianco di quei bambini tutt’altro che timidi, pieni di amore per la vita!

Ora sono in Italia, voglio studiare e migliorare le mie competenze e conoscenze per poterci ritornare al più presto!

Raggiungere i propri sogni è possibile, ed io sono grata perché questo è stato possibile anche grazie a tutte le persone che hanno creduto in me!

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Durante la messa in parrocchia alcuni bambini del MEG raccontano un'attività svolta durante il catechismo