È stato veramente un piacere!

Il Corpo, luogo della Relazione, delle relazioni, dell’Amore
Immagina
Immagina un gruppo di 110 ragazzi e ragazze intorno ai vent’anni, insieme per tre giorni per parlare di corpo, di affetti, di piacere, di che cosa significhi amare davvero, di felicità, di libertà, di come tutto questo c’entri con la fede…
Poi immagina quegli stessi ragazzi abbracciarsi l’un l’altro e promettersi di non lasciarsi mai, o tenersi le mani ad occhi chiusi per provare a dirsi, in silenzio, il bene che si vogliono; oppure ascoltali cantare insieme brani famosi che recitano frasi come: “Ho fede in te e ho fede nell’amore…”, “Il tuo cuore è tutto ciò che possiedo”… “Anche quando perdo, vinco sempre, perché ti do tutto di me e tu mi dai tutto di te…”, “Amo tutte le tue perfette imperfezioni… “.

Guardali ancora, mentre pregano in silenzio sul brano della peccatrice che, in ginocchio ai piedi di Gesù, li bagna con le lacrime, con i capelli li asciuga e li profuma di olio di nardo. Quegli stessi ragazzi, dopo avere ricevuto l’abbraccio misericordioso di Dio nella confessione, sognano di camminare nel mondo portando il buon profumo di Cristo…

Tutto questo è accaduto a Roma, lo scorso 25-28 aprile, durante Convegno PRE-T e Responsabili MEG che aveva per titolo “È stato un piacere! Il corpo luogo della Relazione, delle relazioni, dell’incontro”. Ed è stato davvero un enorme piacere e un’esperienza indimenticabile camminare insieme a tanti amici provenienti dalle diverse comunità d’Italia, riflettere, pregare, interrogarci sul tema del corpo e dell’affettivitá. Ad accompagnarci con grande cura, con pazienza e competenza, due meravigliosi “fratelli maggiori”: Padre Gaetano Piccolo e la psicoterapeuta Anna Martusciello. Con loro abbiamo iniziato a capire che il nostro corpo ci parla e che, solo ascoltando prima e con attenzione i messaggi che esso ci invia, possiamo riuscire a prenderci cura degli altri e a capire i loro bisogni più profondi.

Abbiamo capito che il nostro corpo ci mette in relazione con gli altri, ci espone alla possibilità che ci venga fatto del male e fa quindi di noi delle creature vulnerabili; ma anche che riconoscere le nostre fragilità e le nostre ferite e chiamarle per nome costituisce già l’inizio di un percorso di guarigione; che la nostra fede è una fede “incarnata” e che senza il corpo non sarebbe possibile; che Gesù si è fatto uomo proprio per dirci quanto Dio “creda” nella bellezza della nostra umanità e nella sua immensa dignità; che, quindi, non dobbiamo avere paura della nostra debolezza, perché è attraverso di essa che passa il Suo amore per noi; che grazie al Suo corpo offerto per la salvezza del mondo, possiamo davvero diventare corpo-comunità nel quale ha la possibilità di circolare proprio quell’amore!

Su tutto questo abbiamo parlato, cantato, pregato… Per ciascuna di queste vie che sono state esplorate, insieme alle nuove consapevolezze sono affiorate tante domande, tanti dubbi, tante curiosità. E sempre abbiamo avuto il dono di ascoltare risposte profonde, liberanti, vitali, mai precostituite.
Alla fine del convegno siamo tornati verso casa con l’impressione che gli orizzonti di noi stessi, del mondo, delle relazioni, della nostra fede fossero molto più vasti di quanto avessimo creduto. Per tutto questo esiste una sola parola: grazie!
